giovedì 4 ottobre 2007

Than Shwe, il generalissimo

Abbiamo visto in questi giorni la giunta militare del Myanmar esporsi in primo piano durante le manifestazioni capitanate dai monaci buddhisti.
E' stato quasi un evento: la giunta non ama farsi intervistare, riprendere, ritrarre. Soprattutto dalla stampa internazionale.
In particolare il generale Than Shwe, numero uno della giunta, è apparso in molti filmati televisivi e il suo nome è stato accostato alla violenta repressione.

Than Shwe, nato nel 1933, dopo appena vent'anni era già arruolato nell'esercito dell'allora Birmania. Capo del Consiglio di Stato (dopo le dimissioni di Saw Maung nel 1992) e capo delle Forze Armate, alla sua figura vanno attribuiti molti dei problemi che attanagliano il piccolo paese asiatico: dal mancato rispetto per i diritti umani all'introduzione della censura.
Uomo dal facile arresto, Than Shwe ha fatto una carriera militare stupefacente. Poco tempo fa, ad esempio, fece arrestare 50 giornalisti che si erano “permessi” di fotografare la nuova capitale, Naypyidaw, fatta costruire in una zona montuosa e ben riparata per paura di un attacco militare statunitense. Secondo i ben informati, la politica di Than Shwe è anche colpevole della repressione violenta contro la stampa libera.

Dal colpo di Stato avvenuto nel 1962, il generale ha occupato posti dirigenziali di rilievo. Nel 1978 divenne colonnello. Nel 1985 viceministro della Difesa e nello stesso anno ottenne anche un seggio nel comitato centrale del Partito del programma socialista della Birmania, in seguito ribattezzata Myanmar.
Una dei desideri principali di Than Shwe fu una nuova Costituzione che, dal 1992, è ancora in fase di realizzazione.

In molti ritengono che sia colpevole della persecuzione delle popolazioni indigene del Myanmar,come i Karen, Shan e i Chin. Persecuzioni che nel corso degli ultimi quindici anni hanno causato lo sfollamento di almeno 250 mila persone.

(da Peacereporter)

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