domenica 18 novembre 2007

Torino - 16.11.2007 - La brutta avventura in Italia di una rumena particolare

Laura Vasiliu è una giovane attrice rumena che ha colpito la critica internazionale con la sua interpretazione di “Gabita” nel film “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”, del regista rumeno Cristian Mungiu, Palma D’Oro al Festival di Cannes 2007. Per aver dato vita a una fragile e innocente ragazza incinta e costretta ad abortire al tempo di Ceausescu è stata senz’altro apprezzata dal mondo cinematografico internazionale, visto che attualmente si trova a Torino per girare un film di produzione italiana.

Laura, sostenendo che la sua partecipazione al Festival di Cannes è stata un’esperienza incredibilmente felice per l’accoglienza del pubblico, non rappresenta assolutamente la classica stella cinematografica che si monta la testa dopo il primo successo al box-office. Anche questo fa capire perché la giovane attrice non vuole divulgare un brutto evento accaduto mercoledì, nel buio della notte.
L’attrice, che da tre settimane sta girando un film italiano sulla vita di un’immigrata rumena, la cui uscita nelle sale italiane è prevista per l’anno prossimo, alloggiava in un noto albergo torinese. Intorno alle 2 della notte del 14 novembre, l’attrice è stata violentemente svegliata da un gruppo di carabinieri torinesi che, dopo aver sfondato la porta della camera d’albergo, hanno iniziato a perquisire la stanza in cerca di prove che sostenessero la sua cattura, in quanto ritenuta pericolosa trafficante di minorenni, il tutto per colpa di una semplice somiglianza di cognome. I carabinieri si sono accorti dell’errore solo dopo aver perquisito la stanza, mentre stavano procedendo all’arresto dell’attrice. Solo la testimonianza telefonica dei rappresentanti della casa produttrice del film è riuscita a convincere i carabinieri a verificare ulteriormente l’identità dell’attrice, nonostante avesse contattato la reception dell’albergo, nella speranza, vana, che potessero testimoniare la sua reale identità.

Il Consolato rumeno di Torino ha registrato la brutalità dell’intervento dei carabinieri e ha deciso di avviare un’inchiesta interna, mentre l’attrice ha provveduto a cambiare albergo, continuando le riprese del film. L’attrice non desidera che si crei un altro caso mediatico, rinunciando anche a presentare denuncia contro la caserma dei carabinieri coinvolta nell’incidente. La madre della donna si lamenta dicendo di aver avvertito la figlia di non parlare in rumeno, data l’isteria generale che affiora in seguito agli ultimi fatti di cronaca che coinvolgono cittadini rumeni.
Per fortuna, stavolta c’era la casa di produzione a garantire l’integrità della donna e il Console rumeno a proteggere i suoi interessi, perché era un’attrice nota, almeno al Consolato. Ma cosa sarebbe successo se fosse stato un semplice lavoratore senza rapporti con il consolato e senza conoscenze “importanti” che facessero da garanzia? Il problema di fondo non è il fatto che i carabinieri abbiano agito sul sospetto di una trafficante di minori, ma il modo nel quale hanno scelto di condurre l’operazione, e soprattutto la serietà delle indagini, della ricerca e delle verifiche svolte prima dell’arresto.
Purtroppo notizie come questa sommergono la stampa rumena, creando timore e avversione verso gli italiani e cementando la percezione di xenofobia violenta degli italiani, visti sempre pronti a farsi giustizia anche dove non ce n'è bisogno. Speriamo che questi casi non diventino un portabandiera per rappresaglie in nome di una giustizia sbagliata intenta a ristabilire un falso equilibrio.


(Andreea Mihai)

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