lunedì 7 gennaio 2008

L'anno nero delle Pandillas

Un fiume di sangue ha bagnato il 2007 in Honduras. Nell'ultimo anno, infatti, centinaia di giovani sotto i 23 anni (i dati ufficiali parlano di almeno 504 ragazzi) sono stati barbaramente uccisi da quelli che negli anni Ottanta erano chiamati gli squadroni della morte.

Non è dato sapere ancora oggi chi siano i responsabili delle esecuzioni, perchè di questo si tratta, ma il sospetto che gruppi legati alla polizia (e ai gruppi di ultradestra) abbiano dato il via a questa serie di orrendi omicidi è molto alto. Insomma, un metodo barbaro per tentare di frenare per quanto possibile la proliferazione delle bande giovanili, legate al narcotraffico e a ogni altro genere di attività illegali.
La conferma arriva da uno dei massimi esperti in materia, Manuel Cappellin, direttore dell'organizzazione umanitaria Casa Alianza che da anni si occupa della difficile situazione sociale nei paesi del Centroamerica, soprattutto per quanto riguarda i giovani. “Nel 2007 sono state registrate 504 morti morti di ragazzi sotto i 23 anni, uccisi con metodi molto simili a quelli usati vent'anni fa dagli squadroni della morte” ha detto il direttore di Casa Alianza. Motivo di tanta ferocia? Estirpare il “male” alla base, senza dover affrontare un processo di sviluppo e partecipazione sociale. Ma i dati sono davvero allarmanti. Secondo Casa Alianza quotidianamente nel Paese Centroamericano vengono uccise 1,3 persone per un totale di 42 persone al mese. Quest'anno, inoltre su 504 ragazzi uccisi almeno 130 erano sotto i 18 anni di età.
E sono quasi tutti appartenenti alle pandillas (le bande giovanili che in Centroamerica contano centinaia di migliaia di appartenenti) i giovano ammazzati. Un problema, quello delle bande, che interessa non solo l'Honduras ma anche El Salvador e il Guatemala.

Se (forse) è cambiato negli ultimi anni il modo di porsi all'interno della società da parte delle Pandillas, non è certo cambiato il metodo per abbatterle. Sequestri e torture sono pratiche, macabre, ancora molto usate. Così come il modo di far ritrovare i cadaveri, quasi sempre abbandonati per le strade con evidenti segni di abusi e con il classico foro di proiettile sulla fronte o sulla nuca segno dell'esecuzione. “Da quando nel 1998 abbiano iniziato a registrare il fenomeno delle esecuzioni di giovani almeno 3,993 ragazzi sono stati uccisi in Honduras – ha detto Cappellin – e la maggior parte dei cadaveri fatti ritrovare avevano anche le mani legate dietro alla schiena. La maggioranza dei ragazzi facevano parte delle comunità povere o emarginate del Paese”. Il problema non è comunque da sottovalutare. In Guatemala ad esempio perdono la vita in circostanze violente 50 giovani al mese, tutti appartenenti alle bande giovanili. Così anche nel Salvador dove le cifre sono solo approssimative, ma presumibilmente più alte addirittura dei due paesi sopracitati.


(Alessandro Grandi)

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