Lacrime per il Pozz nazionale che è stato travolto da un’emozione che poi, dopo la partita, avrebbe rivelato essere una delle più grandi della sua vita. Un inchino verso la curva ed un gesto ad indicare la maglia del suo grande amico Chicco Ravaglia appesa al soffitto. Poi di nuovo lacrime di commozione, questa volta alla fine della partita. Altra standing ovation, questa volta invitando Pozzecco a fare il suo famoso “aeroplano”, gesto che una volta utilizzava come presa in giro per i “suoi” nemici canturini e che oggi è stato addirittura invitato a fare, proprio sotto la curva degli Eagles, come saluto per il pubblico di Cantù contro il quale in passato ha combattuto tantissime battaglie sempre all’insegna della sportività.
“Ho giocato a Bologna e mi hanno applaudito e me l’aspettavo, ho giocato a Rieti e potevo aspettarmelo. Sono tornato a Varese e non aspettavo altro – così Pozzecco ha iniziato a commentare le emozioni che gli ha regalato il pubblico canturino – Parlo così perché secondo me quello che ha dimostrato oggi il pubblico di Cantù è encomiabile, abbiamo dato una dimostrazione di sportività assoluta. Non sono io il protagonista ma il pubblico di Cantù. In settimana sono entrato in alcuni siti, chat e forum, dove i tifosi canturini parlavano bene di me però non avrei mai e mai pensato che la gente di Cantù mi potesse tributare una cosa del genere. Non ci sono parole per descrivere la mia gratitudine: un olimpiade, uno scudetto, l’applauso che ricevo ogni volta che entro a Varese e “questo” sono le cose che mi porterò dentro per tutto il resto della mia vita. Non mi interessa aver vinto una Coppa Italia, una Supercoppa perché questo mi ripaga di tutti i sacrifici che ho fatto nella mia vita. Ringrazio dalla signora Rina a tutto il pubblico di Cantù perché mi hanno regalato una delle soddisfazioni più belle della mia vita”. Poi il Pozz continua… “Non so se vi ricordate: noi eravamo nemici storici ed io qui ero il più odiato. Lo striscione è stato qualcosa di incredibile, spero che me lo regalino! Me lo metterò in camera, tutto arrotolato sulle pareti”. Non con tutti gli avversari avrebbero fatto altrettanto. Hanno tributato questo saluto al personaggio che sei… “La gente ha sempre pensato “magari giocasse con noi”, pur odiandomi. Così hanno riconosciuto che io sono sempre sceso in campo per divertirmi e divertire dando tutto per la maglia che portavo. Penso che il pubblico di Cantù mi abbia riconosciuto più di quanto io valga in realtà come persona, però per me è orgoglio puro l’aver ricevuto un’accoglienza simile. Per me è come se avessimo ricordato tutti insieme per l’ultima volta Chicco e penso che questa non sia una cosa da poco”.
Un tributo ad un uomo che è stato ed è ancora oggi il miglior veicolo promozionale per il basket di casa nostra, una persona genuina e trasparente capace di trasmettere emozioni all’interno e fuori dai palazzi. Uno spot di fair play che deve poter insegnare a generazioni di giovani proprio in un momento in cui altri sport hanno la necessità di far diventare una regola il salutarsi alla conclusione di una sfida. Onore al Pianella ed a questo splendido avversario che è stato Gianmarco Pozzecco.
(dal sito ufficiale della pallacanestro Cantù)
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