mercoledì 19 dicembre 2007

Eccoli qui, gli Stati canaglia

Finalmente, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è riuscita a fare un timido e piccolo passo contro la pena di morte. Ieri, con 104 voti a favore, 29 astensioni e 54 voti contrari, è stata approvata una risoluzione che chiede agli stati membri una moratoria della pena capitale.
Non quell'enorme risultato di cui le istituzioni italiane, tra i promotori del voto, adesso si vantano. Non è una legge, non è vincolante. Nella pratica, non sposta nulla.
Ma è pure un importante risultato "culturale", e un risultato politico: non capita spesso che i padroni del mondo siano messi in minoranza nelle Nazioni Unite.

Ma il risultato più importante ottenuto dal voto di ieri, e di certo involontariamente da parte dei nostri governanti, è quello di avere messo ben in risalto quali siano davvero gli Stati canaglia. Quelli che davvero si meritano questo epiteto. Vediamoli, questi Stati. Tutti insieme appassionatamente hanno scelto di dire un "no" fortissimo e chiarissimo alla civiltà. C'è la Cina, tra questi stati. Un sesto della popolazione mondiale governato da uno Stato oppressivo, violento e autoritario che sempre più sta espandendo i tentacoli della sua economia un po' pirata e un po' capitalista in ogni parte del mondo. C'è il Sudan, in cui il valore dei diritti umani e della vita umana è reso palese dalla vicenda del Darfur. C'è l'Iran, in cui si viene ammazzati dallo Stato solo perché si è omosessuali, o se si va contro la rigidissima "legge morale" imposta dal Presidente. C'é la Siria, che ha più dissidenti in carcere che attivisti politici per le strade. E ci sono gli Stati Uniti, che vanno in giro esportando democrazia e massacrando migliaia di civili sotto le loro intelligentissime bombe. Ma votano contro una semplice richiesta di moratoria per la pena di morte. Si ergono a paladini del bene, e sono i più potenti di tutti. Per questo sono anche i più canaglia tra gli Stati canaglia.

(Maso Notarianni)

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