Colpito da bambino dalla poliomielite che gli compromise per sempre l'uso delle gambe, costringendolo a vivere e a muoversi su una sedia a rotelle, aveva esordito discograficamente nel 1976 con il 33 giri "Eppure soffia". Il 1977 lo vede pubblicare "Il centro del fiume" e l'anno successivo un disco di canzoni in dialetto, "S'at ven in ment". Con a "muso duro", nel 1979, Bertoli realizza il suo primo manifesto poetico, ma è "Certi momenti", nel 1981, a portarlo in classifica, grazie anche al successo radiofonico di "Pescatore", un brano cantato in duetto con Fiorella Mannoia.
Nel 1986 celebrò i dieci anni di carriera con "Studio & Live", un doppio album antologico registrato per metà in studio e per metà in concerto. Nel 1987 nasce il progetto dell'album "Canzoni d'autore" un omaggio a cantautori vecchi e nuovi della scena italiana. "Tra me e me", nel 1988, e "Sedia elettrica", nel 1989, chiudono simbolicamente un periodo artistico, insieme allo spot televisivo "Lega per l'emancipazione dell'handicappato", a cui Bertoli partecipa come attore, che vince il Telegatto di Tv Sorrisi e Canzoni.
Il 1990 lo vede pubblicare l'album "Oracoli", che costituisce a suo modo un momento di partenza, e il cui singolo "Chiama piano", è cantato in duetto con Fabio Concato. Il 1991 si apre per Bertoli con una decisione coraggiosa: quella di prendere parte al Festival di Sanremo (vi è poi tornato anche nel 1992), una manifestazione per molti versi lontanissima dalla linea ideologica ed artistica che ha sempre guidato l'attività del cantautore, contrario alla progressiva esaltazione degli aspetti edonistici che la musica commerciale andava sempre più assumendo.
In quell'occasione, invece, l'obiettivo di Bertoli era ben preciso: far conoscere dal palcoscenico più popolare della canzone italiana un brano inusuale e suggestivo, "Spunta la luna dal monte", presentandolo insieme al gruppo sardo dei Tazenda, in un'ottica di recupero delle tradizioni folcloristiche ed etniche in un momento in cui questo tipo di discorso artistico non era ancora diventato banalmente di moda.
Quasi a sorpresa, arrivano un lusinghiero piazzamento nella classifica finale e il grande successo di classifica. "Spunta la luna dal monte" intitola poi un album che raccoglie il meglio della produzione recente del musicista di Sassuolo e che è uno degli album più venduti della musica italiana, tanto da ricevere il disco di platino.
Tra gli altri suoi successi "Sera di Gallipoli" e "Per dirti t'amo" (1976), "Maddalena" (1984) e "Una strada" (1989).
Il cantante e autore aveva contribuito anche al lancio del conterraneo Luciano Ligabue.
Tra le canzoni più famose e più belle si ricordano: "Eppure soffia", uno tra i primi esempi di canzone attenta ai temi dell'ecologismo, "Certi momenti", in cui Bertoli si schiera manifestamente perché le donne abbiano la possibilità di abortire, "Il centro del fiume", un metaforico e poetico confronto fra la generazione impegnata e quella successiva, oltre alle già citate "A muso duro", una riflessione in chiave autobiografica sul ruolo civile del cantautore, e "Filastrocca a motore".
Lo stile di Bertoli si contraddistingue per la sua immediatezza, nonché per i mai banali echi poetici che fanno della sua opera un esempio limpido della bontà della prima canzone d'autore italiana che ha ospitato artisti come Fabrizio De André, Francesco Guccini, Paolo Conte, Giorgio Gaber, Francesco De Gregori.
Molte volte nelle canzoni canta contro la guerra o a favore dei più deboli. Nonostante gli spunti politici di molti testi, l'impegno di Bertoli si svolse principalmente sul piano civile.
Bertoli ha inoltre cantato molte canzoni in dialetto sassolese, prima raccogliendole in un CD (Sat vein in meint) e poi in altri album. Con tale operazione ha dimostrato coraggio, dato che questo dialetto risulta incomprensibile già a venti chilometri di distanza dal paese natale del cantautore e conta, quindi, un numero minimo di parlanti. Eppure, proprio in canzoni come "Prega Crest" (Prega nostro signore),"La bala" (dove "bala" significa, con doppio senso, sia "bugia" sia "ubriacatura"), è possibile cogliere in Bertoli una voce genuina della sua terra, "dura e pura" come si suol dire del popolo emiliano.
Poco prima di morire, Pierangelo Bertoli era ricoverato nel Policlinico della sua città, dove si era sottoposto ad un periodo di cure. Sposato con la moglie Bruna, una donna straordinaria che lo ha sempre sostenuto e guidato, ha avuto tre figli, Emiliano, Petra (alla cui nascita Bertoli aveva dedicato una canzone col suo nome) e Alberto, anche lui cantante.
Molto legato alla sua terra (il fratello gestisce un famoso ristorante a Sestola, sull'Appennino) era spesso impegnato in iniziative di solidarietà e beneficenza (aveva cantato anche per i detenuti del carcere di Sant'Anna a Modena e nella città estense nel giugno precedente aveva partecipato al Festival della canzone dialettale esibendosi in diversi brani in modenese.). Tra i suoi amici più cari c'era padre Sebastiano Bernardini, il cappuccino vicino alla Nazionale cantanti.
L'ultimo album, 301 guerre fa (composto da inediti e vecchie canzoni), è uscito poco prima della morte, mentre canzoni, scritte con la collaborazione del figlio (ma anche di Ligabue), non furono mai incise da Bertoli, nonostante fossero pronte, a causa della malattia del cantautore e della sua scomparsa.
Il 28 aprile 2006, a cura di Alberto, è uscita una raccolta, "Parole di rabbia", pensieri d'amore con un inedito," Adesso" (registrato nel 1990), ma pare che l'artista emiliano abbia lasciato altre canzoni incise precedentemente e mai pubblicate.
« Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro »
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