sabato 3 novembre 2007

La pericolosa china

Quando meno di un mese fa in Germania a Maurizio Pusceddo, condannato per lo stupro di una giovane tedesca, sono state riconosciute le attenuanti generiche dovute “alle particolari impronte culturali ed etniche” l'Italietta insorse. “Una grave offesa per la patria”, si disse. Oggi l'Italietta insorge contro i rumeni e contro i Rom, che per le particolari impronte culturali ed etniche sarebbero portati alla violenza, al furto, allo stupro, e a tutte le nefandezze possibili e immaginabili.

Sessant'anni fa l'Italietta, a ruota dell'alleato germanico, insorse contro gli ebrei, colpevoli per le “particolari impronte culturali ed etniche”, di ogni disgrazia sociale ed economica che toccava in sorte al mondo.
Perché oggi non c'è più nessuno che insorge quando l'imbecillità, la meschinità, la sopraffazione tornano a prendere piede?

Il nostro Paese, da Rauti a Grillo, ha imboccato una china pericolosissima, che ci ha di fatto riportato ai periodi più neri e bui della storia, almeno stando ai titoli e ai commenti di troppa parte dell'informazione italiana.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: a produrre questi mostri è la cultura della guerra, della sopraffazione, del vedere nell'altro un nemico, nell'aver bisogno di un nemico per spiegarsi la realtà. Una cultura che purtroppo i governi di quasi tutti i paesi occidentali hanno scelto di ergere a modello. Ma la cultura della guerra è il sonno della ragione.

P.S. In serata, la notizia della squadraccia che, a Roma, ha quasi linciato tre persone, colpevoli di essere cittadini romeni. E subito, le lacrime di coccodrillo dei politici che fino ad un'ora prima facevano a gara a chi è più feroce con gli immigrati. Riusciremo mai più a tornare un Paese civile?

(Maso Notarianni)

1 commento:

vindemiatrix ha detto...

l'Italietta di cui si parla (che secondo me è numericamente un'Italiona perché comprende la maggior parte di noi Italiani) è frutto di una guida politica e sociale sempre più allo sbando, preoccupata di nomenclature e di manovre planetarie e sempre meno attenta ai problemi veri della gente, e, ancor peggio, è figlia di una morale fatta con la televisione e non con l'educazione di chi dovrebbe indicare le linee guida dell'etica e della morale (cristiana o non cristiana che sia).
E' vero, forse non siamo più un paese civile "come prima", anche se mi sorge una domanda: "Prima quando?", siamo sicuri che prima eravamo civili o solamente avevamo meno occasioni o motivi di mostrare la nostra inciviltà?
Per tornare agli esempi precedenti, dovrebbe esserci equità: la legge prevede che chi fa violenza sula moglie trattandola come una bestia deve pagare con 40 anni di galera? Che li faccia, sia egli tedesco, sia egli sardo; la legge prevede che chi ruba, chi rapisce, chi danneggia la proprietà altrui debba pagare con 1 anno di reclusione? Che lo faccia, sia egli rom, sia egli lombardo.
Chi uccide un bambino solo perché piange ha attenuanti? Non credo proprio. Che espiino la pena prevista. Ma soprattutto piantiamola con la morbosità che accompagna la spettacolarizzazione di queste vicende, dalle folle che si spostano a Cogne per vedere i luoghi del piccolo Samuele alla ridicola caccia al biglietto per assistere al processo dei coniugi Romano.
Per le leggi, chi le fa rispettare dovrà fare meglio, ma per le ultime cose, ciascuno di noi può e deve dare il suo contributo.