giovedì 2 agosto 2007

2 agosto 1980: la strage di Bologna

La strage di Bologna è stato uno degli atti terroristici più gravi che abbiano insanguinato l'Italia nel secondo dopoguerra, avvenuto Sabato 2 agosto 1980.
Alle 10.25 nella sala d'aspetto della Stazione di Bologna Centrale esplose un ordigno a tempo contenuto in una valigia abbandonata, uccidendo ottantacinque persone, ferendone oltre duecento.
Per Bologna e per l'Italia fu una drammatica presa di coscienza della recrudescenza del terrorismo.
La detonazione (prodotta da una miscela di tritolo e T4) si udì nel raggio di molti chilometri e distrusse gran parte della stazione investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
In quel giorno la stazione era affollata di turisti e persone in partenza o di ritorno dalle vacanze.

La città incredula ed impreparata per una simile evenienza reagì con orgoglio e prontezza: non essendo sufficienti le ambulanze per trasportare i feriti agli ospedali cittadini, vennero impiegati anche autobus e taxi.

Subito dopo l'attentato, il governo presieduto da Francesco Cossiga e le forze di polizia attribuirono lo scoppio a cause fortuite e poi attribuirono la strage alle Brigate rosse.
Si trattava di un depistaggio delle indagini, depistaggio che apparve subito evidente a molti, causò numerose polemiche negli anni successivi e favorì la nascita di teorie cospiratorie correlate alla cosiddetta strategia della tensione.

Lentamente e con fatica, attraverso una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie alla spinta civile dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 si giunse ad una sentenza definitiva di Cassazione il 23 novembre 1995: vennero condannati all'ergastolo, quali esecutori dell'attentato, i neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della P2 Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.
Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: nove anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune.
Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.
Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente.

A causa del protrarsi negli anni delle vicende giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.

Il cippo commemorativo nella stazione di Bologna contiene l'elenco delle "vittime del terrorismo fascista". Durante il mandato di Giorgio Guazzaloca, sindaco di Bologna dal 1999 al 2004, l'esponente locale di AN Massimiliano Mazzanti propose al sindaco di non citare più la presunta "matrice fascista" della strage nella commemorazione ufficiale del 2 agosto. Nonostante le critiche durissime dell'opposizione, il sindaco, pur non ammettendo di aver accolto l'invito che veniva da una parte della sua maggioranza, così fece per tutte e quattro le prime celebrazioni che lo videro protagonista. Dal 2004, invece, il nuovo sindaco, Sergio Cofferati, è tornato a scandire la vecchia formula durante la manifestazione ufficiale.
Stando quanto riportato dai media nel 2004, Francesco Cossiga, in una lettera indirizzata a Enzo Fragalà, capogruppo di Alleanza Nazionale nella commissione Mitrokhin, ipotizza un coinvolgimento palestinese (a mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo Separat di Iliz Ramirez Sanchez, al secolo "comandante Carlos") dietro l'attentato.
Invece dalla sua cella, a Parigi, il terrorista Ilic Ramirez Sanchez afferma che «la commissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia» e che «a Bologna a colpire furono CIA e Mossad».
Nel maggio 2007 il figlio di Massimo Sparti (delinquente legato alla banda della Magliana e principale accusatore di Fioravanti) dichiara «mio padre nella storia del processo di Bologna ha sempre mentito».

Il 2 agosto è considerata la giornata in memoria di tutte le stragi, e la città di Bologna con l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 organizzano ogni anno un concorso internazionale di composizione musicale con concerto in Piazza Maggiore.
Per ricordare la strage, nella ricostruzione dell'ala della stazione distrutta è stato creato uno squarcio nella muratura. All'interno, nella sala d'aspetto, è stata mantenuta la pavimentazione originale nel punto dello scoppio. Inoltre il settore ricostruito presenta l'intonaco esterno liscio e non "bugnato" come tutto il resto del fabbricato, questo perché sia immediatamente riconoscibile e più visibile. Ancora, è stato mantenuto intatto uno degli orologi nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, quello che si fermò ed è tuttora fermo alle 10.25. Qualche tempo dopo la strage in effetti l'orologio venne rimesso in funzione, ma di fronte a decise rimostranze le Ferrovie convennero sull'opportunità che quelle lancette rimanessero ferme a perenne ricordo.

Le vittime:
Antonella Ceci, anni 19
Angela Marino, anni 23
Leo Luca Marino, anni 24
Domenica Marino, anni 26
Errica Frigerio In Diomede Fresa, anni 57
Vito Diomede Fresa, anni 62
Cesare Francesco Diomede Fresa, anni 14
Anna Maria Bosio In Mauri, anni 28
Carlo Mauri, anni 32
Luca Mauri, anni 6
Eckhardt Mader, anni 14
Margret Rohrs In Mader, anni 39
Kai Mader, anni 8
Sonia Burri, anni 7
Patrizia Messineo, anni 18
Silvana Serravalli In Barbera, anni 34
Manuela Gallon, anni 11
Natalia Agostini In Gallon, anni 40
Marina Antonella Trolese, anni 16
Anna Maria Salvagnini In Trolese, anni 51
Roberto De Marchi, anni 21
Elisabetta Manea Ved. De Marchi, anni 60
Eleonora Geraci In Vaccaro, anni 46
Vittorio Vaccaro, anni 24
Velia Carli In Lauro, anni 50
Salvatore Lauro, anni 57
Paolo Zecchi, anni 23
Viviana Bugamelli In Zecchi, anni 23
Catherine Helen Mitchell, anni 22
John Andrew Kolpinski, anni 22
Angela Fresu, anni 3
Maria Fresu, anni 24
Loredana Molina In Sacrati, anni 44
Angelica Tarsi, anni 72
Katia Bertasi, anni 34
Mirella Fornasari, anni 36
Euridia Bergianti, anni 49
Nilla Natali, anni 25
Franca Dall'olio, anni 20
Rita Verde, anni 23
Flavia Casadei, anni 18
Giuseppe Patruno, anni 18
Rossella Marceddu, anni 19
Davide Caprioli, anni 20
Vito Ales, anni 20
Iwao Sekiguchi, anni 20
Brigitte Drouhard, anni 21
Roberto Procelli, anni 21
Mauro Alganon, anni 22
Maria Angela Marangon, anni 22
Verdiana Bivona, anni 22
Francesco Gomez Martinez, anni 23
Mauro Di Vittorio, anni 24
Sergio Secci, anni 24
Roberto Gaiola, anni 25
Angelo Priore, anni 26
Onofrio Zappala', anni 27
Pio Carmine Remollino, anni 31
Gaetano Roda, anni 31
Antonino Di Paola, anni 32
Mirco Castellaro, anni 33
Nazzareno Basso, anni 33
Vincenzo Petteni, anni 34
Salvatore Seminara, anni 34
Carla Gozzi, anni 36
Umberto Lugli, anni 38
Fausto Venturi, anni 38
Argeo Bonora, anni 42
Francesco Betti, anni 44
Mario Sica, anni 44
Pier Francesco Laurenti, anni 44
Paolino Bianchi, anni 50
Vincenzina Sala In Zanetti, anni 50
Berta Ebner, anni 50
Vincenzo Lanconelli, anni 51
Lina Ferretti In Mannocci, anni 53
Romeo Ruozi, anni 54
Amorveno Marzagalli, anni 54
Antonio Francesco Lascala, anni 56
Rosina Barbaro In Montani, anni 58
Irene Breton In Boudouban, anni 61
Pietro Galassi, anni 66
Lidia Olla In Cardillo, anni 67
Maria Idria Avati, anni 80
Antonio Montanari, anni 86

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