domenica 29 luglio 2007

Erto

Erto è un piccolo paese di montagna che si trova nella valle del Vajont nell’alta Valcellina in provincia di Pordenone, limitrofo alla provincia di Belluno, ultimo comune a Nord-Ovest della regione Friuli-Venezia Giulia.
Erto è situato a circa 750 mt. sul livello del mare, Casso a 950 e il nuovo centro abitato di Stortàn a 830.
Nel 1955, quando sul suo territorio si stava costruendo la diga a doppia curvatura più alta del mondo sbarrando il torrente Vajont, Erto con Casso contava 2.100 abitanti che con il passare degli anni sono diminuiti a 1.600.
Nel 1956 nella scuola di Casso c’erano 80 alunni.
La tragedia del 1963 ha disperso molti abitanti nei paesi vicini.
Attualmente i residenti ad Erto sono circa 430 di cui un centinaio a Erto, venti-venticinque a Casso e il rimanente in località Stortan.
Gli Erto-cassanesi si trovano oltre che a Erto e Casso: a Nuova Erto di Ponte Nelle Alpi, a Longarone, a Cimolais, a Claut, a Vajont e nel villaggio “alla Roiatta” di San Quirino (PN).

Oggi la popolazione di Erto e Casso è impegnata prevalentemente nell'edilizia e nelle occhialerie o nelle altre industrie che si trovano nella vicina Longarone.
Sul territorio l'unica industria presente fino una decina di anni fa era un'impresa di Massa Carrara che estraeva marmo "ramello rosso e ramello bruno" a quota 1800, ora c’è un salumificio in località Frasèin presso il bivio per Casso, al di fuori della frana che però non impiega nessun paesano.
Nel paese nuovo ci sono due bar-ristorante, di cui uno pizzeria, un negozio di merceria-cartoleria ed un negozio di generi alimentari, a Casso un bar.
Dal settembre 2002 è stato aperto un ristorante nel centro storico di Erto.

E' il 9 Ottobre 1963 la data che purtroppo segna la storia di questo paese.
Un'immane ondata, provocata dalla frana del monte Toc che precipita nel sottostante lago artificiale, distrugge molte borgate, provoca oltre 200 morti (ed oltre 1700 a Longarone, Castello Lavazzo ed altri centri in provincia di Belluno) e determina una immediata evacuazione del paese.
In seguito Erto fu dichiarato "zona a rischio" e venne deciso il trasferimento degli abitanti in zone sicure.
Gli ertani ed i cassani, dovettero trasferirsi in altri centri abitati:, molti scelsero di ricostruire a Vajont, Ponte nelle Alpi (BL), Longarone (BL).
I più affezionati al luogo d'origine si ostinarono a non voler lasciare il paese, riconquistano l'abitabilità dei vecchi abitati a suon di posti di blocco ed azioni di forza, vivendo anche senza luce. Solo diversi anni più tardi dopo lunghe battaglie, verso il 1970 si dette inizio alla ricostruzione più a monte del vecchio abitato a quota 830 mt. (quota sicurezza) nella località chiamata "Stortan", mentre nei vecchi centri rimasero solo una decina di famiglie.
Ultimamente molte persone che lasciarono il paese dopo la tragedia stanno ritornando a sistemare le loro vecchie case, trovando strade, acquedotto e servizi grazie a coloro che hanno avuto la forza ed il coraggio di rimanerci 30 anni fa.

Erto per la sua architettura di montagna, spontanea e particolare, nel 1976 fu dichiarato monumento nazionale e pertanto vincolato con la legge 1089 del 1939.
Essendo uno dei sei paesi che costituiscono il territorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, (ex delle Prealpi Carniche) per oltre la metà del suo territorio, negli ultimi anni ha attratto numerosi naturalisti, alpinisti, studenti che visitano anche il Centro Visite del Parco, dove, su due piani si estende il Museo del Vajont.
Fanno corona ad Erto le cime Borgà (Boscè), Buscada, Duranno (Duran), Porgèit, Cornetto (Cornet) Cèrten (Thertèn), Col Nudo (Col Briè) e il Monte Toc ricche di fauna anche rara, come il gallo forcello, il cedrone, il tasso, il camoscio, il capriolo, la marmotta, l'aquila, il cervo e anche qualche esemplare di stambecco e, sul lago rimasto, l'airone cenerino.

Qui ci sono i più bei fiori delle nostre Alpi, dalla stella alpina al rododendro, dal giglio martagone alla nigritella.
Particolarmente affascinanti sono le escursioni in Val Zemola, un sentiero segnato porta al Rifugio Maniago che si trova ai piedi del monte Duranno, o in Val Mesazzo, a Casera Ditta, inoltre, nei pressi della diga del Vajont esiste una palestra naturale di roccia, famosa in tutto il mondo e meta di numerosi arrampicatori attrezzata dallo scultore-scrittore Mauro Corona che vive e lavora a Erto.
Confinante con il territorio di Erto ad ovest, nel vicino Veneto, si estende il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Ricca di storia e di fascino è la Sacra Rappresentazione della Passione di Gesù Cristo.
Risalente alla seconda metà del 1600, impegna tutto il paese di Erto in occasione del Venerdì Santo.
E' un immancabile appuntamento.

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