lunedì 23 luglio 2007

Tarahumara, il popolo della leggenda

Chiamati anche Raramuri (piedi leggeri), i Tarahumara sono conosciuti come corridori eccezionali su lunghe distanze.
Oggi si pensa che siano dai 50.000 ai 70.000 individui sparsi nei municipi di Guerrero, Bocoyna, Ocampo, Uruachi, Chinipas, Guazapares, Urique, Morelos, Batopilas, Guadalupe y Calvo, Balleza, Rosario, Nonoava, San Francisco de Borja y Carichi (Messico).
Le regioni montane in cui vivono si dividono in Alta e Bassa Tarahumara, alla prima corrisponde la parte dominata dalla Sierra Madre Occidental, la seconda comprende anche la parte dei canyon e le terre calde dello stato di Chihuahua. Durante le grandi feste le tribù usano bere un liquore da loro stessi prodotto e derivato dal mais che si chiama "tesguino" (batari), non disdegnano nemmeno il peyote che però è usato principalmente nei riti degli sciamani.
La loro alimentazione si basa principalmente sulla coltivazione del mais, ma sanno sfruttare benissimo oltre trecento specie di piante per ricavarne ogni genere di sostentamento, per usi medicinali e religiosi.
Sono una tribù che ha scelto di vivere appartata e lontana dalla cultura occidentale.
Vivono in forma primitiva e si alimentano principalmente di fagioli e mais.
Sono dei bravi tessitori e producono coperte di lana di disegno semplice però di eccellente qualità che produce il giusto calore per i rudi inverni dei canyons.
Anche questi indios hanno sofferto molto dell'arrivo dei conquistadores che hanno in parte decimato alcune tribù più esposte alla tubercolosi ed ad altre malattie da loro introdotte.
I missionari gesuiti arrivati fin qui hanno aiutato ad alleviare le infermità di queste popolazioni portando inoltre assistenza ed assicurando una primaria educazione scolastica ai più piccoli.
Gli uomini usano una bandana sulla testa chiamata "kowera" , le donne oltre al tradizionale vestito portano una cintura chiamata"pukera".
Il loro linguaggio è spesso colorito e complicato e capita di ricevere il loro buongiorno con frasi del tipo: "ti saluto come la colomba che gorgheggia felice e auguro felicità e salute a te ed a quelli che ti amano".
Tra i Tarahumara tutto appartiene a tutti, non esiste la proprietà privata, anche il cibo è equamente condiviso.
Eleggono un loro governatore locale, generalmente una vecchia persona saggia che a sua volta nomina i sacerdoti e gli sciamani che vanno poi per i villaggi a predicare l'orgoglio di essere Raramuri, insegnando i costumi e la morale che debbono osservare.
Sono considerati una popolazione intelligente e misteriosa che però oggi vive perennemente povera e malnutrita correndo così grossi rischi di estinzione.
Solo la comune solidarietà tra i vari gruppi e l'aiuto di alcune associazioni di volontariato ha evitato che le frequenti carestie riducano ulteriormente l'aspettativa di vita.

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